LOVE | Paradisi Artificiali
NUOVA PRODUZIONE
concept e coreografia Davide Valrosso
interpreti Chiara Ameglio, Giulia Porcu, Olimpia Fortuna
music producer Stefano Libertini Protopapa, Pierpaolo Moschino
foto Giovanni Chiarot
produzione C.I.M.D danza contemporanea, Compagnia körper, TIR Danza
con il sostegno di MiBACT e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”
con il supporto di ADH – Anghiari Dance Hub, a.ArtistiAssociati, Lis Lab/Cross Project, Centro Residenze per la Toscana Armunia, Capotrave/Kilowatt, Fabbrica Europa
Quando la ricerca del bello e del piacere diventa assillante e incessante trasformandosi in bisogno, si entra nella sfera delle dipendenze. Un’alterazione del comportamento che da semplice e comune abitudine diventa una ricerca esagerata, patologica, del piacere, attraverso mezzi, sostanze e comportamenti che sfociano in una malattia.
Si può essere dipendenti da qualsiasi minimo gesto, azione, comportamento, purché questo produca uno stato di felicità seppur momentaneo. Dal culto della droga alla dipendenza dai social media, alla meno considerata ma pur sempre diffusa dipendenza sessuale che, sempre più spesso, genera incapacità di stare in relazioni stabili per timore che un legame stretto comporti oneri che non vogliono o non possono essere sostenuti.
LOVE è la materializzazione sotto forma di corpi ed immagini di quei “paradisi artificiali” che producono un appagamento momentaneo, nati dalla ricerca di una dimensione che possa sostituirsi al malessere. Un mondo allucinogeno e sfocato fatto di vizi e virtù dove l’amore fa da collagene tra la pulsione di autoconservazione (Eros) e la tendenza auto ed eterodistruttive (Thanatos). Dove il tentativo disperato di amare viene reso confusionario da un mondo odierno sempre più veloce, sempre più tentatore, dove forze invisibili ci manipolano e inducono alla dipendenza.
Tre performer/danzatrici iniziano un dialogo fisico, dove desideri, sogni e paura si confondono in una trama fitta di immagini. Tra spiritualità e sensualità, dominate dal mondo dell’eros come forza celebratrice della gloria del corpo, ma anche come elemento distruttivo e implosivo, dove immagini e sonorità illusorie appaiono come i resti di un sogno ovattato che con difficoltà tentano di materializzarsi.