L’età dell’horror

anno produzione: 2017

concept, coreografia Riccardo Buscarini
danzatori Andrew Gardiner, Mathieu Geffré
cast originale Alberto Alonso, Joahn Volmar
musica Die Kunst der Fuge, J.S.Bach
consulenti musicali Alexis Delgado, Sebastiano Dessanay
disegno luci Riccardo Buscarini in collaborazione con Maria Virzì
costumi Ludi Andrade
produzione Riccardo Buscarini/TIR Danza
con il sostegno di PimOff (Milano), Centro Danza Canal (Madrid), The Place (Londra), CSC – Centro per la Scena Contemporanea (Bassano del Grappa), Mediterranean Dance Center (Sanvicenti, Croazia)

I will show you fear in a handful of dust
Thomas Stearn Eliot

Progetto nato alla fine del 2015, L’età dell’horror ha trovato origine e sviluppo in una serie di rovesciamenti e polarità già visibili nel titolo. Il gioco di parole desidera infatti contrapporre il concetto di armonia e prosperità cui rimanda la mitologica espressione “età dell’oro”, all’orrore, inteso non nell’accezione di genere cinematografico, ma come un misto di disgusto e paura, emozione primaria che innesca il meccanismo della fuga. Uguale e contraria al titolo, la composizione coreografica si fonda sull’istinto di fuga dall’altro e, allo stesso tempo, sul desiderio di unione con l’altro e trova la sua struttura portante nella ripetizione ciclica di un’unica frase e nella sua progressiva variazione come suggeriscono i contrappunti de “L’arte della fuga” di Johann Sebastian Bach da cui è accompagnata.

Con quale arma possiamo contrastare la separazione che la paura (inevitabilmente) provoca e renderla uno spazio di fiducia, se non scegliendo di rimanere uniti?
L’età dell’horror è una riflessione sul fuggire e sullo stare insieme. Due uomini gravitano in un paesaggio ostile che nella plasticità e resistenza dei corpi si trasforma in uno spazio di ascolto e negoziazione, dove le note rotolano nervose come i secondi di un inesorabile conto alla rovescia.

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