ECHOES

coreografia Cristina Kristal Rizzo
interpreti Annamaria Ajmone, Marta Bellu, Jari Boldrini, Sara Sguotti, Cristina Kristal Rizzo
musiche Frank Ocean
creative producer Silvia Albanese
produzione TIR Danza
coproduzione Festival Danza Estate
con il sostegno di PARC Performing Arts Research Centre, h(abita)t – Rete di Spazi per la Danza / QB Quanto Basta / LEGGERE STRUTTURE ART FACTORY rete h(abita)t

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ECHOES si sviluppa nell’ambito della ricerca e della produzione TOCCARE_the White Dance, spettacolo vincitore del Premio Danza & Danza 2020 come Miglior produzione italiana.

Perdere il senso dei propri confini corporei può accadere quando danziamo, in ascolto con un’altra persona, o immersi nella natura. Molte persone descrivono la sensazione come un sentire intenso di ‘perdita di se’: sentire di confondersi con l’altro o con il paesaggio, perdere o non avere più il senso di essere ‘se’, può essere pauroso ma anche esilarante, liberatorio e gioioso.

Imogen Stidworthy, Detours, e-flux journal issue 115.

Pensate come una cartografia di danze per spazi differenti e forse abbandonati: un bosco, un giardino naturale, una radura di cemento, un deserto o un campo selvatico ma anche un museo o una sala d’aspetto, un ufficio o una stanza di lavoro. Le cartografie di ECHOES entrano in dialogo con lo spazio che le ospita tanto da diventare un’attività intima, un’abilità dei corpi di entrare in contatto con il paesaggio, un sistema cinetico che gioca poeticamente con l’anatomia delle forme e la bellezza della misura. Il corpo di queste danze si articola come un paesaggio espressivo soggettivo in un panorama condiviso, un delicato ecosistema di forme e misure intime. Un bosco può divenire un teatro e allo stesso tempo rimanere semplicemente un bosco.
Il lavoro coinvolge cinque corpi danzanti che disegnano e compongono senza soluzione di continuità una coreografia costruita su ripetizioni e differenze, momenti di solitudine così come partiture corali dai temi corporei semplici e lineari, musicalmente sostenute da loop e lunghissimi rallenti generati dal sound pop melodico della star R&B Frank Ocean. La composizione dell’immagine prevede una dimensione in live streaming generata dal vivo dai danzatori stessi, un punto di vista interno che avvicina i corpi e il dettaglio tattile all’occhio e alla pelle, rivelando la potenziale capacità del digitale di depositare particelle affettive. Chiunque potrà vedere questa parte virtuale di immagini in movimento attraverso il proprio telefono in streaming durante la performance dal vivo, in un altro luogo o in un secondo momento. ECHOES esprime la tensione leggera e radicale allo stesso tempo di una danza, una coreo-politica, incarnata nel pensiero dei corpi.

 

[ENG]

“Losing a sense of bodily boundaries can happen when we are dancing, attuned to an-other person, or immersed in nature. Many people on the spectrum describe intense feel-ings of a “leaky sense of self”: becoming confused with other people or with one’s sur-roundings, losing or having no sense of being “me,” in ways that can sometimes be exis-tentially threatening, but also exhilarating, liberating, and joyful. “– Imogen Stidworthy, “Detours”, e-flux journal issue 115.

Conceived as a cartography of dances in different, possibly abandoned spaces: a forest, a natural garden, a concrete clearing, a desert, or a wild meadow, but also a museum or a waiting room, an office or a studio. The cartographies of Echoes get into a dialogue with the space hosting them, so much so that they become an intimate activity, an ability of bodies to get in contact with the landscape, a kinetic system that poetically plays with the anatomy of shapes and with the beauty of measure. The body of these dances is ar-ticulated as a subjective expressive landscape within a shared panorama, a sensitive ecosystem of intimate shapes and measures. A forest can become a theatre and at the same time it can simply remain a forest.

Synopsis
This piece involves five dancing bodies, drawing and composing seamlessly a choreog-raphy that is built on repetitions and differences, moments of loneliness as well as choral scores having simple and linear bodily themes, musically supported by loops and ex-tremely long slow-downs generated by the sound of the melodic pop by R&B star Frank Ocean. The composition of the image envisages a live-streaming dimension, generated live by the very dancers, an inner point of view that creates a close-up on the bodies and on the tactile detail of body and skin, revealing the potential ability of digital techniques to deposit particles of affection. Anyone can watch this virtual part of moving images from their phones via the live streaming during the performance, in another place, or at a later moment. ECHOES expresses the light and at the same time radical tension of a dance, a kind of choreo-politics embedded in the thought of bodies.

ECHOES develops in the field of research and production TOCCARE_the White Dance, winner of the Dance & Dance Award 2020 Best Italian Production.

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Trailer