BEAT
anno produzione: 2019
diretto da Moreno Solinas, Igor Urzelai
interprete Margherita Elliot
DJ Martha
set e costumi KASPERSOPHIE
disegno luci Seth Rook Williams
dramaturg Simon Ellis
outside ear Alberto Ruiz Soler
producer manager Fergus Waldron
producer Sarah Maguire
coproduzione Theatre de la Ville, TIR Danza
con il sostegno dei fondi pubblici del National Lottery through Arts Council England, Spanish Embassy Office of Cultural and Scientific Affairs, Siobhan Davies Dance, Dance4, Workshop Foundation, Dantzagunea, l’Animal a l’esquena, BAD Festival, S’ALA, The Point
commissionato da The Place, The Lowry, Cambridge Junction
Io. Tu. Loro. Noi. Lei. Lui.
Volere, guardare, ridere, andarsene, nascondersi, annusare, sorridere, sapere, ringhiare. Beat è ora. Beat si sta trasformando. Beat è vivo. Il ritmo va avanti.
Nato come progetto sulla tematica del fallimento, BEAT esprime l’abilità umana di assumere molteplici identità. È entro i limiti di ciò che non siamo in grado di fare che possiamo decidere come agire nel mondo. È entro i confini dei nostri limiti fisici, intellettuali e culturali che formuliamo e trasformiamo la nostra identità. Siamo in grado di proiettare agli altri, più o meno coscientemente, immagini infinite di noi stessi, identità infinite.
BEAT è nato dall’idea di interrogarsi su cosa significhi far parte di una generazione cresciuta con la sensazione di avere infinite possibilità. Il lavoro è proseguito cercando di sfruttare i limiti personali e le aree di incompetenza come stimoli creativi, indagando su come poter abbattere queste barriere con gioia, intraprendenza e senza provare un senso di vergogna.
BEAT è una celebrazione della fatica, del dolore e dell’incertezza di decidere giorno per giorno, momento per momento, chi siamo.
Una persona. Uno spazio. Reinventare se stessa (o se stesso?) più e più volte.