L’ingresso elegante e misterioso di una raffinata Cristina Rizzo avvolta da un abito dark luccicante, introduce e enfatizza un lavoro incentrato su precisione analitica esecutiva del tratto gestuale, che rende questo spettacolo una partituta coreutica di distanze-vicinanze concettuali, di spazi mentali che diventano scatole apribili e aperte.

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Recensione

di Lavinia Laura Morisco

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19 settembre 2020