And then there were none
di Greta Francolini
suono e spazio di Dracopampera
una produzione Tir Danza
coproduzione Teatro Akropolis
con il sostegno di Kinkaleri spazio K, Teatri d’Imbarco_Teatro delle Spiagge, Company Blu, Teatri di Vetro, Centro Nazionale di produzione della danza Virgilio Sieni Cango, PARC performing arts reasearch centre
La ricerca di Greta Francolini è mossa da un immaginario barocco e si rifà a figure della mistica quali San Giuseppe da Copertino o Santa Teresa d’Avila.
‘’And then there were none’’ è un solo in cui una figura vaga in uno spazio semibuio dove tagli di luce su di una moquette rossa si aprono come ferite.
Il vagare è il principio di un tentativo del performer di lasciare il corpo in scena e disinteressarsene. Abbandonato a sé stesso il corpo non si articola se non in un protendersi delle braccia verso l’alto.
Il barocco è utilizzato come linguaggio che eccede le forme, un pensiero che è vicino alla morte, non come antitesi della vita ma come tensione all’inorganico: il corpo tra cose, cosa. Tra le cose di scena troviamo un vassoio vuoto che contribuisce a riflettere le lame di luce, oltre che a portare anch’esso un vuoto; delle casse audio sospese e una proiezione video di un volto in deformazione continua.